Giocatori
Non si conosce con certezza il numero di giocatori necessari al gioco ma se ne deduce che erano necessari almeno due giocatori.
Strumenti
Di questo gioco sono state rinvenute diverse tavolette alcune in materiale pregiato come la madre perla, altri invece creati con pietra calcarea.
Le tavolette consistono in dei rettangoli di circa 8 x 3 a cui mancano due caselle esterne ai due lati più lunghi. Sono presenti poi, disegnati su di esso, delle caselle dipinte con diversi personaggi, per lo più animali, e delle rosette che sono soggetto fisso per tutte le tavole da gioco rinvenute.
Ogni tavola da gioco presenta poi dei vani nascosti dove sono custodite le pedine, quattordici in tutto suddivise in bianche e nere, e due dadi tetraedici con due delle quattro punte marcate con inserti.
Regole
Le regole del gioco non sono ad oggi ancora ben chiare. Dietro ad una
tavoletta è stato rinvenuto che essa rappresentava un trattato del gioco di Ur, copiato nel 177 da uno scriba
babilonese, in cui veniva riportato che il significato dei dodici quadrati centrali era di tipo astronomico, essi infatti portavano fortuna. Secondo le ricostruzioni degli archeologi e degli studiosi si trattava comunque di un gioco di percorso in cui i partecipanti dovevano entrare da una casella delle tabella e percorrerla poi fino all'uscita affidandosi alla buona sorte del lancio dei dai.. Il primo giocatore che riusciva a far uscire tutte le sue pedine dal
percorso era il
vincitore del gioco.
Scopo
Lo scopo, seppur non certo, era quello di far uscire tutte le proprie pedine dal percorso, in questo modo ci si aggiudicava la partita.
Storia
Il gioco di Ur ha origini molto antiche e provenienze medio orientali e nord Africane. Inizialmente esso si diffuse in Iran, Siria, Egitto, Libano, Sri Lanka, Cipro e Creata. Poi alcune tavolette vennero trovate anche in Egitto e si pensa risalissero al 1580 A.C.